Pressing di Oi su Telecom

13.01.2016 19:51

Telecom «non ha nessun contatto formale o informale con Oi su ipotesi di integrazione Tim Participaçoes-Oi». La smentita secca è arrivata dal gruppo telefonico dopo che un’agenzia internazionale aveva riferito dell’avvio di trattative per definire un progetto di fusione. Se Telecom in questa fase non è un giocatore attivo, nondimeno, a leggere tra le righe, si percepisce che Tim Brasil è sempre oggetto d’interesse per l’incumbent brasiliano che, appesantito dal debito e dal contenzioso, ha recentemente trovato un supposto cavaliere bianco nel fondo LetterOne del magnate russo Mikhail Friedman, disposto a mettere sul piatto fino a 4 miliardi di dollari purchè si celebrino le nozze. Di fatto, “riparatorie” per Oi, visto che - secondo fonti finanziarie locali - per aprile-maggio il campione nazionale dai piedi d’argilla non sarà in grado di rispettare i covenants del debito.

Oi è gravata da un debito pari a circa 5 volte l’Ebitda, mentre la capitalizzazione di Borsa è precipitata a 1,9 miliardi di reais, meno di 450 milioni di euro. Inoltre sulla compagnia brasiliana pende il rischio di un contenzioso dell’ordine di 20 miliardi di reais (4,5 miliardi di euro, al cambio attuale), in parte dovuto a questioni fiscali, in parte agli obblighi inevasi dell’incumbent. Tuttavia, alle opportune condizioni, un’aggregazione tra Oi e Tim - che in Borsa capitalizza ancora quasi 16 miliardi di reais - avrebbe la possibilità di sprigionare sinergie per diversi miliardi.

A seguire la situazione per Oi è la banca d’affari brasiliana Btg Pactual, a sua volta sotto pressione per lo scandalo che ha portato all’arresto di uno dei suoi fondatori, André Esteves. Secondo Reuters, Btg potrebbe presentare entro fine gennaio una proposta di fusione a entrambi i gruppi. Il ruolo di LetterOne è controverso: il primo approccio era stato respinto da Telecom perchè la maggioranza del nuovo gruppo sarebbe stata in mano al finanziere che, tramite Vimpelcom, è anche l’azionista di riferimento di Wind in Italia. Anche sul Brasile - da sempre dichiarato strategico per Telecom - sarà da verificare l’atteggiamento del nuovo socio di riferimento Vivendi: l’attesa è sul piano industriale che sarà esaminato dal board a febbraio.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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