LA FORZA DEL FRANCHISING IN BRASILE:
UN'ESPANSIONE SENZA CEDIMENTI
 
Il Brasile, oggi al sesto posto su scala mondiale per unità di franchising, non smette di espandersi. Ormai radicato, nell'economia brasiliana nelle più svariate e creative forme, il franchising verde-oro cerca e rova anche sbocchi internazionali.
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di Fabio Moro*
 

Caro lettore,

 chi non ha cognizione storica verrebbe da pensare che il franchising – per la popolarità e l’attrazione che da anni esso esercita sugli imprenditori brasiliani di ogni età e regione – sia nato in Brasile.

In realtà esso, nel formato come lo conosciamo oggi, è made in USA. Negli Stati Uniti affonda le sue radici nella metà del XIX secolo, quando la Singer Sewing Machine Company – l’azienda produttrice di macchine per cucire, conosciuta da qualunque tra le nostre nonne o mamme che abbiano qualche nozione del taglia&cuci – avrebbe abbracciato per la prima volta l'idea del franchising.

In Brasile questo modello di fatto è arrivato pochi decenni fa ma, in contrasto con lo scetticismo dei primi tempi, ha fatto il c.d. "botto”.

Un recente articolo di Miguel Nitolo apparso sulla rivista "Problemas brasileiros" intitolato "Franchising: deposito di grandi affari" bene illustra questo business in Brasile. Qui la licenza per l'utilizzo di marchi e brevetti ha trovato terreno fertile per crescere, rendendo il Paese il terzo mercato di franchising al mondo per numero di marche, dietro solo a Cina e Corea del Sud secondo la classifica stilata dal World Council of Franchising (WCF), organizzazione americana che promuove a livello internazionale la comprensione, tutela e promozione del settore.

L’Associazione Brasiliana del Franchising (ABF) informa che il settore ha chiuso il 2013 (non ci sono numeri per il 2014) con 2.703 reti, 114.409 unità in franchising e 115.500.000.000 di reais (circa 35.500.000.000 euro al cambio attuale) di fatturato.

Secondo l’ABF, 277 nuovi franchising si sono stabiliti nel Paese solo in quell’anno, tra i quali emergono Le Coq SportifMalweeSantos na Area e Academia Store (per il ramo abbigliamento); Açaí RaizKappa GourmetPão to Go e Stuppendo (ristorazione); Loja das Torcidas (edilizia e costruzione) e Walking Party (intrattenimento, giocchi tempo libero).

Queste marche rappresentano una performance significativa rispetto al comportamento degli anni precedenti. Nel 2003, quindi 12 anni fa, operavano nel Paese 68 reti e 65.564 unità in franchising, situazione che ha consentito, nel periodo, l’apertura di 509 posti di lavoro e un fatturato di 29 miliardi di dollari, ben quattro volte inferiore a quello realizzato nel 2013.

Secondo il WCF, il Brasile si trova al sesto posto su scala globale per unità di franchising, classifica guidata dagli Stati Uniti, seguiti da Cina, Corea del Sud, Giappone e Filippine.

“Nel 2013, abbiamo superato per la prima volta gli Stati Uniti per numero di marche” – dichiara Ricardo Camargo, direttore esecutivo dell’ABF – “Dei marchi che operano in Brasile, il 92,4% sono genuinamente brasiliani, un dato che dimostra la forza raggiunta dal franchising in territorio brasiliano”.

E la presidente dell’ABF, Cristina Franco, ribadisce: “Siamo orgogliosi di contribuire non solo per generare molti posti di lavoro diretti, ma anche per l'eccellenza nella fornitura di servizi e per la qualità dei prodotti che offriamo alla società”.

 

Prodotti di bellezza

Il segmento, che si espande ininterrottamente da oltre un decennio, potrebbe essere cresciuto del 10% nel 2014. E verosimilmente ha ancora fiato per proseguire un’espansione accelerata sino al 2020, considerando che il potenziale di mercato per questo tipo di investimenti nel Paese è ancora lontano dall'essere raggiunto.

L'industria cosmetica brasiliana, con un fatturato di 48,7 miliardi di dollari nel 2013, ha superato il Giappone nella classifica dei consumi dei prodotti per la cura personale, profumi e cosmetici, posizionandosi al terzo posto, dietro solo ai mercati cinese e americano, fatto che ha stimolato lo sbarco in Brasile di marche che non erano ancora presenti.

Secondo l'Associazione Brasiliana dell’Industria dell’Igiene Personale, Profumi e Cosmetici (ABIHPEC), il Brasile si è classificato 2° nella classifica mondiale per questa linea di business nel 2013.

In quell'anno, il franchising nazionale ha visto il segmento crescere con l'ingresso nel mercato di 73 nuovi marchi (tra cui Body ConceptEssencial Care e Nagis Health), società venute per competere sul mercato con i campioni locali di fatturato: O BoticárioRihappy/PbKidsFarmaisÓticas Diniz e Igui Piscinas.

Vale la pena ricordare poi il caso della rete Empório Body Store, del ramo cosmetico, ha trasferito il 51% del capitale a The Body Shop, della ben nota multinazionale a capitale francese L'Oréal. Fondata nel 1997 e con la propria fabbrica a Porto Alegre, il Body Store ha oltre un centinaio di punti affiliati del Paese. 

 

Hotel & Turismo

Il segmento Hotel & Turismo pure è redditizio. I dati dell’Istituto Brasiliano del Turismo (Embratur) mostrano che il Brasile ha ricevuto milioni di visitatori stranieri dovuti in parte ai grandi eventi come la Confederations Cup, la Formula 1, la Giornata Mondiale della Gioventù e Rock in Rio nel 2013 nonché i Mondiali di calcio nel 2014. Anche il turismo interno ha contribuito, visto che i brasiliani stanno viaggiando di più, anche in aereo.

Tutte le reti di franchising del segmento hanno fatalmente avuto successo, soprattutto FlytourTAM ViagensAccor HospitalityCI – Central de Intercâmbio e Marsans.

 

Accessori personali e calzature

Si tratta di un segmento importante del franchising e in continua evoluzione, che riflette l'espansione di marche note come ArezzoCarmen SteffensHavaianas e World Tennis. La ABF spiega che il settore è fortemente influenzato dall'ingresso delle donne nel mercato del lavoro.

Statistiche pubblicate dall'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), dimostrano che le donne rappresentano già in Brasile il 49,3% della forza operativa. C'è un altro fattore che contribuisce all’espansione del settore: la donna investe in apparenza personale ben più degli uomini.

In espansione anche le imprese di franchising nei settori dell’Alimentazione, dell’Educazione & Allenamento, della Comunicazione, dell’Informatica & Elettronica.

 

Fast food

L'espansione del food service in Brasile è un fatto indiscutibile: la ricerca mostra che oltre il 30% delle spese alimentari delle famiglie brasiliane è fatto fuori casa, un elemento sicuramente incoraggiante per le reti di grandi dimensioni, come Bob’s, McDonald’s, Habib e Subway.

 

Istruzione e formazione

Secondo l'ABF, la crescente domanda di formazione linguistica e corsi di formazione professionale spiega i progressi del segmento dell’Istruzione & Formazione. “L'aspettativa è che la spesa per l'istruzione privata in Brasile continui a crescere”, dice un portavoce dell’ABF.

E’ possibile che nel 2014 i brasiliani arriveranno a sborsare circa 72 miliardi di reais (circa 23 miliardi di euro) per l'istruzione. Negli ultimi dieci anni questa spesa è più che raddoppiata, ritraendo una tendenza che dovrebbe mantenersi nel futuro.

 

Comunicazione, Informatica & Elettronica

I settori ITC sono stati incoraggiati dall’aumento del numero di linee telefoniche e delle vendite di smartphone e tablet, un mercato che ha stimolato la creazione di imprese nei settori della prestazione di servizi e accessori.

Le stime dicono che il Brasile potrebbe aver chiuso il 2014 con 41 milioni di utenti di smartphone, superiore al 36% rispetto al 2013 e che nel 2017 saranno verosimilmente più di 70 milioni. 

Mentre si ipotizza che nel 2016 il Paese diventerà il quarto più grande mercato di accessori del settore (oggi è il decimo). Lo stesso vale per i tablets, i quali, al pari degli smartphone, diventano sempre più popolari nel Paese.

Fino a settembre 2014, rappresentavano il 47,7% del commercio di computer contro il 33,1% dei notebook e il 19,1% dei PC, mentre le vendite avevano raggiunto il traguardo dei 6,4 milioni di unità, con un incremento del 20% rispetto allo stesso periodo del 2013.

 

Radici profonde

Il franchising ragguppa una serie di diversi altri segmenti che pure stanno compiendo ampi passi avanti nel mercato, come l’arredamento & costruzioni, i capi d’abbigliamento, i veicoli, la pulizia & mantenimento degli edifici, etc…

E’ palese come il franchising affondi delle radici profonde nell'economia brasiliana, tanto da essere presente oggi su tutto il territorio nazionale, dalle regioni più remote ai grandi centri urbani. In particolare, secondo i rilevamenti dell’ABF, balza agli occhi la grande concentrazione di franchising nella regione Sud-est del Paese, che rappresenta il 58,7% delle unità in funzione. La regione Sud e Nord-est invece rappresentano ciascuna il 14,5%, il Centro-Ovest l'8% mentre il Nord il 4.3 %.

L'universo di opzioni per gli investimenti è ampio e va al di là dei tradizionali fast food, la faccia più visibile del franchising, il quale oggigiorno copre segmenti e prodotti per molto tempo rimasti fuori della portata di questo modello di buiness, come ad esempio cuscini, torte fatte in casa, raccolta immondizie, contabilità, consegna di birra, corriere espresso, scuole di danza, spezie, floricoltura e panetterie. E incessante è la ricerca di nuovi filoni di mercato, con un pubblico taget di consumatori appartenenti a qualsiasi età e tipo di esigenza.

E’ per questo che – tanto per citare un caso tra i tanti – lo psicologo Monica Toniolo, di Pompeia, cittadina dello Stato di San Paolo, non ha esitato a investire soldi in una unità della Supera, società di franchising fondata solo otto anni fa e oggi con 130 punti in tutto il paese. Supera è la maggior rete di “scuole di ginnastica per il cervello” dell’America Latina: il franchisor offre corsi per lo sviluppo di una mente sana, aumentando il potere di concentrazione, ragionamento, memoria e creatività, avendo come obiettivo una maggiore qualità della vita e l'autostima.

 

Franchising brasiliano e internazionalizzazione

A poco a poco i franchising brasiliani si stanno internazionalizzando, ma c'è ancora molto spazio per la crescita all'estero. E’ noto che 105 franchising brasiliani sono presenti all'estero con attività in 45 nazioni (dato aggiornato a giugno 2014), con un incremento del 62% rispetto al 2010

Il Portogallo, con 38 franchising, è il mercato internazionale preferito dalle imprese brasiliane, seguito dagli Stati Uniti con 36, e il Paraguay con 30. Nel caso del mercato statunitense, l'interesse è per ora concentrato su Miami, importante città della Florida dove vivono oltre 200.000 brasiliani.

 

Franchising come opzione per ogni scenario economico

La peculiarità del franchising è che esso appare un business allettante in scenari economici anche opposti tra loro. In una recente testimonianza, Cristina Franco ha rilevato che il franchising è sempre un buon investimento.

Quando il momento economico è di ottimismo, si rivela un'eccellente opzione. Ma anche quando lo scenario economico si presenta come il peggiore dei mondi (disoccupazione e mancanza di prospettive di lavoro, tra i vari fattori poco incoraggianti), si mostra una buona alternativa.

Insomma: tanto nei momenti di bonaccia che di tempesta, il sistema è sempre un'ottima opzione.
 
Fabio Moro è fondatore e titolare della BSO Brasi (info@bsobrasil.com.br)