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Il Supremo Tribunale Federale, la massima autorità giudiziaria brasiliana, ha deciso che l'ICMS (l'IVA brasiliana) dev'essere esclusa dalla base di calcolo di due imposte che gravano sugli acquisti. |
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di Fabio Moro, titolare di BSO BrasilCaro Lettore,tra le imposte che pagano i compratori brasiliani - e quindi anche i potenziali importatori di merce straniera - vi è innanzitutto l'ICMS (Imposta sulla Circolazione delle Merci e Servizi), che a grandi linee corrisponde alla nostra IVA.Ma oltre all'ICMS, vi sono altre imposte da versare, due in particolare, chiamate PIS (Programma di Integrazione Sociale) e COFINS (Contribuzione per il Finanziamento della Sicurezza Sociale). Si tratta di due contributi pagati dalle imprese compratrici di tutti i settori finalizzate a finanziare la Previdenza sociale e l’Assicurazione contro la disoccupazione.Quindi il costo complessivo della merce acquistata è dato tra l'altro dalla somma del valore della merce, di ICMS, PIS e COFINS (oltre che del dazio nel caso in cui l'acquirente sia un importatore).Ora l'anomalia consisteva nel fatto che il Governo considerava come elementi della base imponibile per calcolare PIS e COFINS non solo il valore della merce, ma anche la stessa ICMS.In altri termini, per calcolare la base imponibile di un'imposta si utilizzava un'altra imposta. Si trattava dunque di una vera aberrazione, contraria alla Costituzione brasiliana oltre che al buon senso, in quanto le imposte si calcolano sul fatturato, non certo su altre imposte.
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